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Scritte negli anni Trenta in un croato arcaico-contadino di reinvenzione letteraria, queste ballate offrono uno sguardo "dal basso" sulla società croata che va dal 1500, epoca delle prime rivolte contadine, fino all'età romantica e alle tensioni politiche del primo '900. Petrica Kerempuh è una specie di chierico vagante braccato da tutti in ogni epoca. L'ironia ribelle e il diffuso sarcasmo delle trentaquattro ballate sono segnate da un forte realismo plebeo fin dal nome del protagonista, che potrebbe essere reso in lingua italiana con "Pierino budello di porco". I suoi versi fanno risuonare echi di Villon: sono un canto di protesta, di dolore, di irrisione e, soprattutto, di libertà contro le istituzioni e le sopraffazioni di ogni sorta.